Il 2025 porta con sé una delle riforme più significative per il Fondo Centrale di Garanzia, uno strumento fondamentale per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese (PMI) italiane. Vediamo nel dettaglio quali sono le principali novità introdotte dalla riforma e quali impatti avranno sulle imprese.
Che cos’è il Fondo Centrale di Garanzia
Il Fondo Centrale di Garanzia è un meccanismo statale che facilita l’accesso al credito per le PMI attraverso la concessione di garanzie pubbliche sui finanziamenti richiesti. In altre parole, il Fondo interviene garantendo una parte del credito richiesto dall’impresa alla banca, riducendo il rischio per gli istituti di credito e incentivandoli a concedere prestiti. La garanzia costituisce per le banche una mitigazione del rischio di credito e offre loro la possibilità di ridurre in modo importante gli assorbimenti patrimoniali. Per questo, risulta molto utile per le imprese utilizzarla per migliorare le variabili di accesso al credito (condizioni contrattuali relative al rapporto di finanziamento: prezzo del credito, durata, importo etc.).
Quali criteri vengono utilizzati dal Fondo per valutare l’ammissibilità delle imprese?
Con la riforma del Fondo del 2019, è stato introdotta una calibrazione tra l’importo della garanzia accordata, il livello di rischiosità dell’impresa e il tipo di operazione sottostante. Dal 2019 è infatti prevista:
- l’applicazione di un modello di valutazione, formato da 5 classi di rating e simile al modello di rating delle banche;
- l’articolazione delle misure massime di garanzia sulle operazioni finanziarie in funzione della probabilità di inadempimento dell’impresa e della tipologia dell’operazione finanziaria;
- l’esenzione dall’applicazione del modello di valutazione per le operazioni finanziarie per le quali è prevista una equa ripartizione del rischio tra soggetto finanziatore (banca), garante di primo livello (Confidi) e Fondo (cd. operazioni finanziarie a rischio tripartito) e per alcune tipologie di imprese.
Le imprese possono, quindi, accedere alla garanzia attraverso il modello di valutazione, caratterizzato da una struttura modulare composta da:
- dati economici-finanziari degli ultimi 2 bilanci depositati per identificare il profilo di rischio patrimoniale, economico e finanziario;
- dati andamentali della Centrale Rischi di Banca d’Italia o altri Credit Bureau per identificare il profilo di rischio di credito.
- A questi si aggiunge un blocco informativo che valuta la presenza di atti ed eventi pregiudizievoli a carico dell’impresa.
Invece, sono ammissibili senza valutazione del merito di credito:
- le start-up innovative e gli incubatori certificati
- i soggetti beneficiari di operazioni di microcredito, importo ridotto, rischio tripartito operazioni, Resto al Sud.
La valutazione finale è il risultato della probabilità di inadempimento, dalle classi di valutazione e delle fasce di valutazione, come riassunto nella tabella seguente:
Gli obiettivi della riforma
La riforma del 2025 si inserisce in un contesto economico caratterizzato da una crescente necessità di sostenere l’innovazione, la sostenibilità e la digitalizzazione delle imprese italiane. Gli obiettivi principali della riforma sono:
- Migliorare l’accesso al credito per le PMI:
- Ampliando le categorie di imprese beneficiarie.
- Aumentando le percentuali di garanzia per i settori strategici.
- Promuovere la transizione ecologica e digitale:
- Introducendo incentivi specifici per le imprese che investono in tecnologie verdi e digitali.
- Snellire le procedure burocratiche:
- Digitalizzando l’intero processo di richiesta e gestione delle garanzie.
Le principali novità della riforma
- Estensione della platea dei beneficiari
Una delle novità più rilevanti è l’ampliamento della platea delle imprese che possono accedere al Fondo. Accanto alle PMI tradizionali, potranno ora beneficiare delle garanzie anche le microimprese, le startup innovative e le società benefit.
- Garanzie più elevate per i settori strategici
La riforma prevede un aumento delle percentuali di garanzia (fino al 90%) per le imprese attive in settori strategici come:
- Energia rinnovabile.
- Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).
- Biotecnologie e sanità.
Mentre la garanzia per operazioni di investimento resta invariata all’80%, per le operazioni di liquidità la riforma prevede una riduzione della copertura rispetto al 2023, con l’applicazione di due aliquote al 60% e 55%, comunque più convenienti rispetto alla normativa precedente al Covid. In generale, è l’articolazione complessiva delle percentuali di copertura che risulta semplificata rispetto alla normativa pre-pandemica:
80% per operazioni di investimento, di importo ridotto e di microcredito, nuova Sabatini; per start-up, start-up innovative, incubatori certificati e enti del terzo settore
60% per operazioni di liquidità (imprese in fascia 3 e 4 del modello di valutazione)
55% per operazioni di liquidità (imprese in fascia 1 e 2 del modello di valutazione)
50% per operazioni di capitale di rischio
40% per mid-cap a fronte di operazioni per investimento e per mid-cap start-up innovative.
30% per mid-cap a fronte di operazioni di liquidità
- Nuovi strumenti per la sostenibilità
Vengono introdotte misure specifiche per incentivare la sostenibilità ambientale, tra cui:
- Garanzie maggiorate per i progetti legati alla transizione ecologica.
- Agevolazioni per le imprese che adottano certificazioni ambientali riconosciute.
- Digitalizzazione delle procedure
Per ridurre i tempi di attesa e semplificare l’accesso, il processo di richiesta delle garanzie sarà completamente digitalizzato. Le imprese potranno inoltrare le domande tramite una piattaforma online dedicata, che consentirà anche di monitorare lo stato delle pratiche in tempo reale.
- Fondo per la formazione e l’assistenza tecnica
Una parte delle risorse del Fondo sarà destinata a programmi di formazione e assistenza tecnica per le imprese, con l’obiettivo di supportarle nella preparazione delle domande e nella gestione dei finanziamenti.
Impatti attesi
La riforma del 2025 promette di avere un impatto significativo sul tessuto imprenditoriale italiano. Tra i benefici attesi:
- Maggiori investimenti in innovazione e sostenibilità grazie alle garanzie potenziate.
- Un accesso al credito più equo per le microimprese e le startup, spesso escluse dai finanziamenti tradizionali.
- Riduzione dei tempi e dei costi associati alle pratiche burocratiche.
Conclusioni
Il Fondo Centrale di Garanzia si conferma un pilastro del sistema di supporto alle PMI italiane, e la riforma del 2025 rappresenta un passo avanti importante per adattarlo alle sfide del futuro. Le imprese interessate sono invitate a informarsi tempestivamente sulle nuove opportunità offerte e a prepararsi per sfruttare al meglio le agevolazioni previste. Per approfondimenti vedi la circolare operativa.
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