HOLDING E RESPONSABILITÀ EX D.LGS. 231/2001: prevenzione, consapevolezza e governance integrata

In un contesto economico sempre più complesso e interconnesso, la gestione dei rischi legali e reputazionali rappresenta una priorità strategica per ogni gruppo societario strutturato. In particolare, la Legge 231/2001 (D.Lgs. n. 231/2001) assume un ruolo cruciale per le holding e le società partecipate, imponendo un cambio di prospettiva nella gestione della conformità e del controllo interno.

La responsabilità “amministrativa” degli enti: oltre il confine della persona fisica

La Legge 231 ha introdotto in Italia il principio secondo cui anche un soggetto collettivo – come una società di capitali o una holding – può essere chiamato a rispondere in sede penale per reati commessi da propri apicali o dipendenti, qualora tali reati siano stati compiuti nell’interesse o a vantaggio dell’ente stesso.

Questo principio ha un impatto profondo, perché affianca alla responsabilità personale anche una responsabilità dell’ente, che può tradursi in:

  • sanzioni pecuniarie rilevanti;

  • interdizione dall’attività;

  • esclusione da appalti e gare pubbliche;

  • danni reputazionali, spesso irreparabili.

🔍 FOCUS: Giurisprudenza e responsabilità della holding

Negli anni, la giurisprudenza ha chiarito diversi aspetti della responsabilità 231 nei gruppi societari. In particolare, i giudici hanno individuato due principali criteri per valutare il coinvolgimento della holding nelle condotte delle controllate:

  1. Influenza gestionale significativa: la holding può essere ritenuta responsabile se ha esercitato un controllo concreto sulle decisioni della controllata coinvolta nel reato.

  2. Omissione di vigilanza: la responsabilità può emergere anche in caso di mancata adozione di misure idonee a prevenire il reato, quando era prevedibile e prevenibile con un’adeguata organizzazione.

📌 Caso emblematico – Corte di Cassazione, sentenza n. 52316/2016

In questo caso, la holding è stata coinvolta nella responsabilità 231 per un reato ambientale commesso da una controllata operativa. La Corte ha ritenuto che l’assenza di un Modello 231 efficace e l’ingerenza della capogruppo nelle scelte operative costituissero indici di colpa organizzativa, rilevanti ai fini della responsabilità.

📌 Cass. Pen., Sez. VI, 6 aprile 2022, n. 17113

In un procedimento per reati fiscali, la Suprema Corte ha confermato che la mera titolarità della partecipazione non è sufficiente a generare responsabilità. Tuttavia, in presenza di un intervento diretto della holding nella gestione finanziaria della controllata, si è affermata la rilevanza penale del comportamento della capogruppo.

Il ruolo cruciale della holding: indirizzo strategico e rischio “da controllo”

Nel caso di gruppi societari, il ruolo della holding è spesso direttivo e strategico: essa stabilisce linee guida, obiettivi, procedure comuni, talvolta accentra funzioni come HR, legale o compliance. Questo coinvolgimento gestionale direttopuò comportare una responsabilità riflessa nei confronti delle attività delle società controllate.

Il rischio è concreto: una condotta illecita posta in essere da una partecipata può, in determinate circostanze, coinvolgere la holding, soprattutto se questa ha esercitato un’influenza rilevante sulle scelte operative o non ha vigilato adeguatamente.

Modello 231 e gruppi societari: una visione coordinata e integrata

In questo scenario, l’adozione di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo 231 non è più solo un presidio di difesa individuale, ma diventa uno strumento di governance e prevenzione sistemica, che deve riflettere:

  • la struttura del gruppo;

  • i rapporti tra holding e partecipate;

  • le funzioni accentrate e quelle decentrate;

  • le attività a rischio reato a livello consolidato.

Ogni società del gruppo dovrebbe adottare il proprio modello 231, ma l’approccio deve essere coerente e coordinato: protocolli condivisi, codice etico unico, attività formative centralizzate e un disegno unitario delle responsabilità operative e di vigilanza.

In alcune situazioni, può anche essere valutata la possibilità di istituire un Organismo di Vigilanza unico di gruppo, ove ne ricorrano i presupposti normativi e di autonomia gestionale.

🧩 BOX OPERATIVO – Cosa deve fare una holding oggi (checklist 231)

Una guida sintetica per valutare lo stato dell’arte e le azioni prioritarie.

Mappatura del rischio a livello di gruppo

  • Identificare i processi a rischio reato sia nella holding sia nelle partecipate operative.

  • Valutare il livello di controllo esercitato sulle controllate.

Adozione (o revisione) del Modello 231 della holding

  • Strutturare un modello che tenga conto dei ruoli strategici, dei flussi decisionali e delle funzioni accentrate.

  • Coordinare i modelli 231 delle partecipate in ottica di gruppo.

Coerenza del sistema di valori

  • Adottare un Codice Etico condiviso tra tutte le società del gruppo.

  • Garantire che tutte le società recepiscano lo stesso linguaggio valoriale.

Organismo di Vigilanza (OdV)

  • Valutare la possibilità di un OdV centralizzato di gruppo, oppure coordinare gli OdV locali con flussi di comunicazione strutturati.

  • Assicurare l’autonomia e indipendenza dell’OdV rispetto alla direzione.

Formazione e cultura della prevenzione

  • Pianificare percorsi formativi ricorrenti e personalizzati per dirigenti, manager e funzioni operative.

  • Inserire la 231 nei percorsi di onboarding e aggiornamento.

Audit e aggiornamento continuo

  • Monitorare periodicamente l’efficacia dei modelli e aggiornarli rispetto a modifiche normative e organizzative.

  • Introdurre KPI di compliance integrati nella reportistica di gruppo.


L’effetto domino della non conformità

Un evento critico in una partecipata può facilmente propagarsi lungo la catena del gruppo, mettendo a rischio l’intera reputazione. La mancata adozione di modelli 231 adeguati e l’assenza di controlli effettivi non solo espongono l’ente a sanzioni, ma compromettono la credibilità dell’intero gruppo nei confronti di banche, clienti, partner e istituzioni.

Nei gruppi con partecipazioni estere o operanti in settori regolamentati (energia, ambiente, sanità, appalti pubblici), l’effettività del sistema 231 è spesso un criterio valutato anche dagli stakeholder internazionali.

Conclusione: non è solo compliance, è strategia

La Legge 231 non deve essere vissuta come un vincolo burocratico, ma come un’opportunità per rafforzare la cultura della legalità e per strutturare un sistema di controllo interno moderno, efficiente e coerente con la governance del gruppo.

Per una holding, adottare e promuovere modelli 231 efficaci significa proteggere le partecipate, valorizzare l’intero gruppo e costruire una reputazione solida nel lungo periodo. La holding non è automaticamente responsabile per i reati delle partecipate, ma deve attivarsi concretamente per prevenire i rischi attraverso strumenti organizzativi adeguati.

La conformità è un dovere, ma la prevenzione è una scelta strategica.

Se desideri maggiori informazioni su come implementare questo percorso e quali sono i requisiti specifici per la tua azienda, non esitare a contattarci!