Adeguati assetti: tra obbligo normativo e (IM)maturità culturale d’impresa

L’introduzione dell’obbligo per le imprese di dotarsi di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, ai sensi del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.lgs. 14/2019), rappresenta un punto di svolta nella governance aziendale. Tuttavia, la concreta attuazione di tale disposizione si scontra spesso con ostacoli di natura non solo tecnica, ma profondamente culturale e sistemica.

Inadeguatezza sistemica: un riflesso di una mentalità reattiva

L’inadeguatezza degli assetti aziendali è, nella maggior parte dei casi, espressione di un’impostazione imprenditoriale reattiva e non progettuale. Una gestione focalizzata sulla risoluzione delle urgenze, più che sulla pianificazione preventiva e sul controllo sistemico, mina la capacità dell’impresa di presidiare i rischi e garantire la propria continuità.

In questo contesto, l’adeguatezza degli assetti non può essere intesa esclusivamente come un adempimento formale, bensì come espressione di una cultura organizzativa evoluta, capace di integrare strumenti di programmazione finanziaria, controllo di gestione e governance chiara e strutturata.

Un deficit culturale diffuso

In molte realtà imprenditoriali, in particolare nelle PMI a conduzione familiare, l’adozione di assetti strutturati è ancora percepita come un onere burocratico o un costo non giustificato. Questa visione, tuttavia, trascura l’effettiva funzione degli assetti adeguati: quella di presidiare per tempo i segnali di crisi e assicurare un governo consapevole dell’impresa.

Il deficit culturale si manifesta, dunque, in una resistenza al cambiamento e in una mancata consapevolezza dei benefici connessi all’adozione di sistemi organizzativi moderni ed efficienti.

L’impatto sistemico dell’inadeguatezza

La carenza di assetti adeguati non incide unicamente sull’equilibrio economico-finanziario della singola impresa, ma può generare effetti sistemici negativi sull’intera filiera produttiva e commerciale. In un contesto economico interconnesso, l’insolvenza o la crisi di una singola azienda può compromettere la solidità di fornitori, clienti e partner, innescando reazioni a catena difficilmente governabili.

Verso una maturità imprenditoriale

La vera sfida, oggi, è favorire una maturazione culturale del tessuto imprenditoriale. Ciò implica un investimento in formazione, consulenza strategica e strumenti di monitoraggio, ma soprattutto un cambio di paradigma: da un’imprenditorialità “artigianale” a una gestione consapevole, sostenibile e orientata alla prevenzione.


🔍 Key Takeaways e Consigli Pratici per le PMI

  • Valutare lo stato attuale degli assetti: effettuare un check-up dell’organizzazione interna per individuare eventuali carenze nei sistemi amministrativi, contabili e decisionali.

  • Introdurre strumenti di controllo di gestione: anche nelle PMI è possibile implementare KPI, budget, forecast e dashboard semplificati per monitorare la performance aziendale.

  • Separare ruoli e responsabilità: definire chiaramente le competenze tra proprietà e gestione operativa per evitare sovrapposizioni e conflitti decisionali.

  • Coltivare una cultura della prevenzione: adottare procedure di monitoraggio continuo degli indici di crisi e dei flussi finanziari.

  • Affidarsi a consulenti qualificati: il supporto di professionisti esperti in riorganizzazione aziendale può essere determinante per costruire assetti davvero adeguati e sostenibili.

  • Formare il management: promuovere la formazione continua su tematiche economico-finanziarie e sulla gestione del rischio.

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