Puoi asserire con certezza che la tua azienda sia in salute? Sai quali sono gli indici della crisi d’impresa che possono confermartelo e su cui orientare le scelte strategiche per una crescita sostenibile? Forse qualche dubbio ce l’hai.
Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (Decreto Legislativo 12 gennaio 2019, n. 14) rivoluziona integralmente il vecchio impianto normativo e fornisce alle aziende nuovi strumenti per la diagnosi precoce dello stato di difficoltà. L’obiettivo è quello di garantire la continuità aziendale con procedure di allerta dirette a evitare che il ritardo nell’individuazione dei segnali della crisi d’impresa si trasformino in insolvenza.
Queste procedure sono rappresentate da indici che hanno come obiettivo principale quello di consentire all’imprenditore di cogliere in anticipo i segnali di crisi, per individuarla il prima possibile. Quindi, consentono di attuare le azioni necessarie per salvaguardare equilibri d’impresa e di continuazione dell’attività.
Ecco quali sono gli indicatori della crisi che ti consentono di misurare la salute della tua azienda. Vediamoli insieme e scopriamo come possano esserti utili.
Indici della crisi d’impresa: come misurare lo stato di salute di un’azienda
Il compito di elaborare gli indici della crisi d’impresa necessari a un efficace sistema dell’allerta è stato assegnato al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC).
L’approccio applicato è di tipo ad “albero”. Ovvero, esiste un ordine gerarchico in cui è possibile individuare, dapprima, due “indici significativi”. Sono indicatori applicabili in modo generalizzato a tutte le imprese:
- patrimonio netto della società;
- flussi finanziari a servizio del debito, con previsionale a sei mesi (Debt Service Coverage Ratio – DSCR).
Un patrimonio netto negativo, o inferiore al limite di legge, comporta un presumibile stato di crisi. Invece, se risulta positivo, allora si passa al secondo indice, ovvero al DSCR. Se quest’ultimo è inferiore a 1, scatta la segnalazione di allerta. Nel caso sia maggiore di 1, oppure risulti non disponibile o inattendibile, è necessario passare ai 5 indici della crisi settoriali. Analizziamoli nel dettaglio.
5 indicatori settoriali di allerta della crisi d’impresa
I 5 indici settoriali, che portano a presumere la sussistenza di uno stato di crisi dell’impresa, meritano particolare attenzione. Conoscerli è fondamentale per comprendere lo stato di salute della tua azienda.
- Sostenibilità degli oneri finanziari – è il primo indice settoriale e può essere definito come un indicatore di performance economica. Misura l’assorbimento del costo del capitale di debito dell’impresa nel volume delle vendite della stessa. In pratica, l’azienda non riesce a disporre delle risorse necessarie a pagare fornitori, dipendenti, imposte ecc., qualora il peso degli oneri finanziari sui ricavi di periodo risulti elevato. Tale situazione può rappresentare anche l’incapacità di ripagare il debito contratto.
- Adeguatezza patrimoniale – il secondo indice può essere definito come un indicatore di performance patrimoniale, un misuratore del grado di indipendenza patrimoniale della società. Più l’impresa è capitalizzata con i mezzi propri (dei soci) e più è solida.
- Ritorno liquido dell’attivo – il terzo indice è un misuratore del rendimento delle attività delle imprese e della loro capacità di ritornare flussi di cassa. Il cash flow su attivo evidenzia quanta cassa effettivamente genera tutto quello che è stato investito nell’attivo (beni capitale e attivo circolante).
- Indice di liquidità – Il quarto indice è un misuratore dell’equilibrio finanziario delle imprese nel breve periodo. Ha lo scopo di specificare il grado di copertura delle passività a breve termine con attività parimenti realizzabili monetariamente a breve termine. Più bassa è la percentuale e minore è la quantità di crediti esigibili nel breve termine, destinati a coprire i fornitori e altri debiti a breve.
- Indebitamento previdenziale e tributario – il quinto e ultimo degli indici settoriali analizza i “reiterati e significativi” ritardi nei pagamenti verso i soggetti pubblici istituzionali.
Per avere una visione globale dei sintomi della crisi d’impresa è fondamentale l’utilizzo contemporaneo di questi 5 indici di settore. Infatti, l’attivazione delle procedure previste dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza avviene solo con il superamento di tutti e cinque.
Quando scattano i segnali di allerta della crisi secondo gli indici CNDCEC
Gli indici elaborati dal CNDCEC hanno lo scopo di monitorare la sostenibilità dell’indebitamento e l’esistenza dei presupposti di continuità aziendale. In particolare, il segnale di allerta scatta nei casi in cui:
- il patrimonio netto è negativo;
- il DSCR a 6 mesi è inferiore a 1;
- in assenza del DSCR, tutti i 5 indici di bilancio sono fuori dai valori soglia.
Inoltre, un altro indicatore utilizzato, ma non contenuto nella lista degli indici CNDCEC è l’Acid Ratio (indice di liquidità immediata). Eventuali valori molto bassi di tale indice potrebbero evidenziare un sintomo di stress finanziario dell’impresa.
Indici specifici per alcune tipologie di imprese
Per alcune attività è prevista l’applicazione di indici della crisi d’impresa specifici, con regole diverse da quelle generali. Nel dettaglio parliamo di:
- imprese costituite da meno di due anni, il cui unico indice rilevante è il patrimonio netto, ove questo assuma valore negativo;
- imprese in liquidazione a condizione che abbiano cessato l’attività, dove l’indice da analizzare è il rapporto tra il valore di realizzo dell’attivo liquidabile e il debito complessivo;
- start up innovative, in ragione dell’elevato tasso di insuccesso connaturale al profilo di rischio che caratterizza queste imprese. Dunque, l’indice di crisi, in presenza di debito attuale o derivante dagli impegni assunti, risiede nella capacità di ottenere le risorse finanziarie per la prosecuzione dell’attività di studio e di sviluppo;
- cooperative e consorzi dove, in relazione al prestito sociale, il calcolo dell’indice DSCR (a sei mesi) tiene conto dei flussi attesi, per versamenti e rimborsi del prestito, secondo una non “irragionevole stima”. Quest’ultima dovrà quindi essere basata sulle evidenze storiche delle relative movimentazioni non precedenti a tre anni.
Dunque, tutte queste tipologie di aziende presentano casistiche che, necessariamente, devono essere considerate sulla base delle particolarità legate all’attività d’impresa.
Indici crisi d’impresa: l’importanza di comprendere lo stato di salute della tua azienda
La capacità di calcolare gli indici della crisi d’impresa è un requisito fondamentale per costruire un adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile. Proprio come richiesto dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.
Tuttavia, se la maggior parte delle aziende è in grado di misurare il valore del proprio patrimonio netto e degli indici settoriali, altri aspetti risultano più complessi. Ad esempio, il calcolo del DSCR. Per questo, è importante affidarti a consulenti esperti che possano supportarti nell’analisi e valutazione complessiva dello stato di salute della tua azienda.